ALCUNE DELLE IMMAGINI
A CORREDO DELL’ARTICOLO SULLA
CAPPELLA DI SANTA MARIA DELL’OLIVETO
Cappella di Santa Maria dell’Oliveto
LA STORIA
La
chiesa
si
trova
a
4
Km
da
San
Severo,
lungo
il
tracciato
del
tratturo
L’Aquila-Foggia,
adiacente
alla
Statale
Adriatica,
in
contrada
Sant’Andrea
in
Strada,
a
segnare
il
distrutto
casale
omonimo
ceduto,
nel
1220,
da
Federico
II
ad un nobile del luogo, Marino Capece.
Per
odio
verso
il
re
svevo
e
verso
gli
stessi
Capece,
i
sanseveresi
incendiarono
il
casale
e
i
suoi
abitanti,
rifugiatisi
nella
città,
vi
costituirono
nella
periferia
un
rione, conosciuto, appunto, come Borgo Casale.
Lo
storico
Matteo
Fraccacreta
scrive
che
il
nome
deriva
dagli
ulivi
colà
piantati
dall’eremita
Giovanni
verso
il
1400,
ma
sembra
più
probabile
che
si
riferisca,
invece,
all’ordine
benedettino
degli
Olivetani
ai
quali
appartenne
la
chiesa prima di passare ai
Templari
.
Risparmiata
dal
terremoto
del
1627,
la
chiesa
subì
gravi
danni
per
i
successivi
terremoti del 1688, del 1731 e del 1805.
Nel
1811
la
chiesa
venne
abbandonata
e
la
statua
della
Madonna
trasferita
in
Cattedrale.
Riedificata
più
ampia
e
robusta
dopo
alcuni
anni,
venne
affidata
alla
famiglia
Masselli, ricadendo nei loro possedimenti.
Dopo
la
ricostruzione
avvenuta
verso
il
1855,
l’altare
della
Vergine,
che
prima
era
sul
lato
Sud,
venne
sistemato
sulla
parete
Est,
con
ai
lati
l’altare
di
San
Michele
, a sinistra, e quello di
Sant’ Antonio
, a destra.
Vi erano anche degli affreschi, tra cui l’Annunciazione e la Fuga in Egitto.
La
statua
della
Vergine,
restaurata
dallo
Sparavilla
,
nel
1864
venne
ricoverata
nella
chiesa
di
San
Rocco
per
salvarla
dalle
scorrerie
dei
briganti
rimanendovi
fino al maggio dell'anno successivo.
Approfondimento
Matteo
Fraccacreta
ricorda
le
festività
“che
vi
si
celebravano
nel
25
Marzo
e
la
Domenica
seguente
a
quella
in
Albis
con
inaudito
concorso,
e
tre
spettacoli
equestri,
la
cui
prima
corsa
prendeva
le
mosse
dal
ponte
sul
Driolo
sino
all’orlo
Nord
della
mezzana”.
Prima
della
soppressione
del
monastero
degli
Agostiniani,
avvenuta
nel
1652,
la
statua
della
Madonna
del
Soccorso
era
portata
in
processione,
per
impetrarne
il
miracolo
della
pioggia,
fino
alla
Cappella
e,
ancora
non
molti
anni
fa,
la
statua
della
Vergine
veniva
trasportata
in
città
su
un
carro
adorno
di
fiori
e
foglie
verdi
e tra la devozione dei fedeli, per incontrarsi di sera con quella «del Soccorso».
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“SAN SEVERO 2000”
sanseveropuntoit, 14 luglio 2025