UNO STUPRO COSTITUZIONALE
Tutto ciò è potuto avvenire grazie alla colpevole inerzia della Procura della Repubblica di Foggia la quale, dopo la prima attenzione mostratami dalla Stazione dell’ Arma dei Carabinieri di San Severo che, a fronte della segnalazione presentata alla fine di giugno del 2001, appurava la gravità e la illegalità di quanto denunciato, non ha mostrato alcun interesse per l’illecito segnalato per le ulteriori illegalità realizzate con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso a danno dei miei diritti, della mia persona e della mia professionalità, decidendosi ad iscrivere i detti nel registro degli indagati, per sequestro di persona e gli altri reati inerenti alla prima denuncia, solo nel 2003 e soltanto a seguito dell’autorevole intervento del Presidente della Repubblica , Carlo Azeglio Ciampi , con la colpevole omissione, tuttavia, degli altri comprovati illeciti successivamente rappresentati. Nonostante questa tardiva ma puramente formale resipiscenza, la Procura della Repubblica di Foggia ha continuato, non di meno e per altri tre anni, nel giochino di rimpallo a ulteriori rinvii a indagini, insensatamente effettuate sempre e soltanto a mio carico, e con ripetute richieste di archiviazione. Solo a seguito di una ordinanza di imputazione coatta decisa dal G.I.P. gli imputati, tutti richiedenti il rito abbreviato, sono stati rinvati all’udienza preliminare a conclusione della quale, con una insensata,    farneticante    e pregiudiziale,   se   non   compromissoria,   sentenza emessa in data 6 aprile 2006 , il G.U.P., tale Rita Pasqualina Curci , assolveva gli imputati con la incredibile e irrazionale conclusione che, nonostante    fossero    rei    confessi , il fatto non sussiste ”, evitando in tal modo un processo che, rimediando alle indolenti e lacunose indagini fin condotte, avrebbe potuto stabilire la verità dei fatti e le gravi responsabilità penali dei singoli imputati . Solo a seguito del mio ricorso in Cassazione e della successiva sentenza del 18.6.2008 della Corte di Appello di Bari , alla quale era stato rimesso il giudizio e passata in giudicato dopo una seconda sentenza della Suprema Corte del 14.4.2009 è stata riconosciuta la piena responsabilità penale degli imputati che, tuttavia, per effetto della prima sentenza di assoluzione stabilita dalla “avveduta e previdente” nonché lungimirante Rita Pasqualina Curci , sono rimasti impuniti. A denotazione ulteriore del clima in cui si è svolta tale surreale e kafkiana vicenda, resta non trascurabile la insipiente iniziativa successivamente adottata nei miei confronti, su specifica denuncia della Polizia di Stato di San Severo, dalla medesima Procura della Repubblica di Foggia, evidentemente dimentica delle mie denunce a suo tempo presentate a tale proposito e mai tenute in considerazione, per avere, dal   2002 fino    al    settembre    2005 , con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso percepito regolarmente lo stipendio che il Comune gli continuava ad erogare nonché i buoni pasto (dimenticando che nel 2004, per esigenze del servizio elettorale, ho percepito persino lo straordinario!) con la cautela da parte del G.U.P., tale Maria Rita Mancini , di stabilire, senza ragione apparente e senza alcuna motivazione, la separazione della posizione del Macchiarola con formazione di autonomo fascicolo da quella dei dirigenti e funzionari coinvolti, decidendo, quindi, con due “identiche” ma separate sentenze, emesse ambedue nell’unica udienza del 9 aprile 2008 , la insussistenza del fatto.
Giovannantonio@aruba.it
Giovannantonio Macchiarola
dal Comune delle Bananas allo Stato Incostituzionale
https://www.sansevero.it
COMUNE DI SAN SEVERO - REPUBBLICA ITALIANA
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