DESCRIZIONE ARCHITETTONICA
IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
CHIESA DI SAN SEVERINO
ESTERNI La facciata meridionale duecentesca, quella su Via Angelo Fraccacreta, la più antica, presenta il caratteristico portale dell’arte romanica , dagli stipiti sormontati da capitelli con foglie di acanto al di sopra dei quali è impostato l’ architrave con cornice risaltata, sormontato da un arco a tutto tondo la cui cornice viene sostenuta da due leoni, poggianti su mensole dal bordo decorato, dei quali è visibile soltanto la parte anteriore del corpo. La criniera stilizzata, il muso aguzzo che mostra i denti con espressione feroce e le orecchie ripiegate in modo grottesco evidenziano una plasticità ancora primitiva. La cornice dell’ arco a tutto tondo è decorata da foglie di forma ovoidale, arricciate, dai lunghi steli. Il portale è sovrastato dal rosone a sei raggi, con cornice   mistilinea formata da motivi geometrici e motivi floreali intrecciati, coronati da un archivolto , con cornice analoga a quella del portale sottostante, sostenuto da due colonne a tortiglione sorrette da due leoni stilofori , resi a figura intera, analoghi a quelli del sottostante portale ma di dimensioni minori. Al di sopra del rosone in una nicchia è inserito un bassorilievo raffigurante San Severino assiso, ornato dei paramenti pontificali, ai lati del quale sono due angeli alati; le tre figure risultano inserite in uno spazio architettonico delimitato da tre archi sostenuti da due colonne, delle quali sono ben visibili i capitelli modanati , possibile rappresentazione del santo all’interno della chiesa. Confronto Identica soluzione compositiva è adottata per la cattedrale di Ruvo di Puglia, realizzata fra il XII e il XIII secolo, dove, al di sopra del rosone a dodici bracci, una nicchia ospita la statua seduta di un personaggio variamente interpretato come San Cleto o il Vescovo Daniele, Gilberto o l’imperatore Federico II, finanziatore della costruzione, o più verosimilmente come un personaggio apocalittico che mostra il Libro dei Sette Sigilli. Al di sopra del bassorilievo è un’ampia finestra bilobata e dalla cornice mistilinea che richiama per la sua forma la finestrina inserita nel timpano della facciata ovest. La facciata sud della chiesa confina sulla destra con quella di un palazzetto caratterizzato, al primo piano, da una finestra bifora , inserita in un arco   cieco , che richiama quella del secondo piano del campanile. Al di sopra del portale principale, quello con la data 1224, si apre una finestra centrale dalla caratteristica forma trilobata , i cui due lobi inferiori sono separati da un davanzale dalla cornice multipla, al centro del quale si apre una finestra bilobata identica nella forma a quella della facciata meridionale ma di dimensioni ridotte. Al di sopra, in una nicchia centrale, è alloggiata la piccola statua di San Severino assiso e indossante vesti cerimoniali. Il timpano superiormente è decorato da un motivo a volute che corre per tutta la sua lunghezza fino alle estremità sottolineate dai vasi di coronamento. Il frontone triangolare viene, in epoca barocca , arricchito da elementi decorativi di coronamento, quali volute , cartocci, vasi dalla composizione fantasiosa e obelischi posti alle estremità del cornicione . Confronto La cattedrale di Candela, ad esempio, ha il timpano con volute come la cattedrale di Foggia, che presenta in più i vasi angolari di coronamento. Entrambe riportano a già sperimentate soluzioni a Napoli nel XVII secolo nelle facciate delle chiese barocche, entrambe progettate da Cosimo Fanzago , di Santa Teresa agli Studi con le volute sulle falde del timpano e di Santa Teresa a Chiaia con statue ed obelischi di coronamento. Approfondimento Il romanico pugliese rappresenta una stagione creativa caratterizzata da un linguaggio originale, sempre diverso e avulso da ogni provincialismo. Sui precedenti elementi bizantini si innestano gli influssi del romanico lombardo. Il finissimo dettaglio decorativo applicato alle parti nodali della struttura è di derivazione greco-bizantina. Gli scalpellini e gli scultori trasformano i capitelli e le mensole in figurazioni scolpite, bizzarre nelle forme e nelle proporzioni, anche grottesche, nelle quali ogni immagine, ogni forma visibile, è forma dell’essere e ogni forma dell’essere è forma di Dio, come teorizzato da Scoto    Eriugena , filosofo e teologo irlandese del IX secolo, ma più semplicemente in figurazioni dal significato morale, simboli atti ad istruire fedeli nella dottrina cristiana. Le mensole dei leoni stilofori dell’ archivolto recano il motivo dell’Albero della Vita, così come la Porta dei Leoni sul lato nord della basilica di San Nicola a Bari presenta capitelli scolpiti con l’allegoria delle stagioni, mietitura per l’estate nel capitello di sinistra e vendemmia per l’autunno in quello di destra, interpretabile sia come rappresentazione dei periodi della vita terrena dell’uomo, sia come metafora dei frutti della ricompensa ultraterrena che possono essere conquistati unicamente per merito della Fede. La funzione propedeutica e politico-morale dell’architettura è presente sia nelle opere civili sia in quelle religiose. Confronto Il portale della Cattedrale di Altamura, ad esempio, è arricchito in tutte le sue parti, da sculture che compongono l’intero Ciclo Evangelico, dall’Annunciazione fino alla Pentecoste, esemplificazione della cosiddetta “Bibbia dei poveri” medievale, con la quale il catechismo veniva illustrato, mediante immagini, ai fedeli, la stragrande maggioranza dei quali era analfabeta. Il Peccato originale, l’Angelo e il personaggio civile in cattedra sono le raffigurazioni delle tre mensole della loggia dello scalone settentrionale del Castello federiciano di Trani, costruito fra il 1233 e il 1249. I leoni stilofori richiamano quelli del portal e del Duomo di Sovana (Grosseto), datato al IX-XI secolo e successivamente ricostruito tra il XII e il XIII secolo, mentre l’insieme strutturale riporta ai portali delle facciate delle Cattedrali di Bovino e di Troia, entrambe nel Foggiano, e a quello della chiesa di santa Maria dei Franconi a Veroli (Frosinone), datata all’XI-XII secolo. La finestrina lobata del timpano , con la cornice mistilinea di gusto meridionale, richiama esempi romani, quali le lunette della cupola della chiesa interna dell’Ospedale di San Gallicano a Roma, realizzata da Filippo Raguzzini nel 1725, mentre come semplice elemento decorativo si ritrova sopra ciascuna delle finestre del primo piano della palazzina Gentilini sulle Mura Aureliane, sempre a Roma. Richiami pugliesi sono costituiti dalla finestrina del timpano della facciata della cattedrale di Bari, di forma polilobata e con cornice mistilinea o le finestre, bilobate sui lati, affacciate sulle logge delle abitazioni settecentesche di Martina Franca, eleganti esempi del barocchetto meridionale, che per mezzo della cornice in pietra grigia risaltano sull’intonaco bianco delle pareti. La finestra trilobata posta sul portale della facciata ovest della chiesa di San Severino riporta alle finestre polilobate sperimentate a Roma da qualche artigiano nella bizzarra facciata barocca ad andamento concavo, a finta esedra , ai piedi degli Orti Farnesiani del Palatino in Via dei Cerchi, e nella facciata del chiostro di San   Gregorio   Magno al Celio, realizzata insieme agli interni da Francesco Ferrari tra il 1725 e il 1734. I due portali laterali della facciata principale della Cattedrale di Bari, sovrapposti ai semplici portali architravati dell’XI secolo, in occasione della ristrutturazione del XVIII secolo, recano ciascuno, al di sopra della cornice , una finestra polilobata , dalla vaga forma triangolare, incorniciata da elementi mistilinei , che si collega direttamente alle finestre polilobate delle due facciate della chiesa di San Severino , analogamente all’occhio della facciata, al posto del rosone, dalla forma trilobata e dalla cornice mistilinea . Lo sviluppo di linee curve rientra nello sviluppo del barocco tardo- meridionale, come la chiesa dell’Addolorata a Serra San Bruno (Catanzaro), dove il finestrone centrale della facciata, di vaga forma romboidale, presenta la forma polilobata sottolineata dalla cornice mistilinea , accentuata dalle volute laterali inferiori, influssi che giungono dalla costa tirrenica, esattamente da Paola (Cosenza), dove il tardo barocco nel corso della seconda metà del XVIII secolo ha vissuto la sua stagione migliore e da Napoli, avendo Cosimo   Fanzago lavorato a lungo a Serra San Bruno per la realizzazione dell’arredo interno della Certosa di santo Stefano del Bosco. La compresenza degli elementi decorativi calligrafici dell’età romanica, attinti dai repertori classici e greco-bizantini, con quelli architettonico-strutturali dell’epoca barocca , testimonia la persistente funzione catalizzatrice della chiesa all’interno della città.
La facciata meridionale duecentesca (foto Tota) (foto Biccari) (foto Biccari) Il rosone a sei raggi, con cornice mistilinea formata da motivi geometrici e motivi floreali intrecciati, coronati da un archivolto (foto Tota) (foto Biccari) (foto Biccari) (foto Biccari) (foto Biccari) (foto Tota) Foto fuori testo (foto Biccari) Foto fuori testo (foto Biccari) Foto fuori testo (foto Biccari)
sanseveropuntoit, 14 luglio 2025