IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
La chiesa di San Severino fino al 1627 La chiesa di San Severino Abate è ritenuta unanimemente la più antica della città. Citata in un diploma del catapano Bojoannes (1059), è ricordata da un documento del 1201 e da un rescritto di Innocenzo III del 1203. La chiesa subì nei secoli rimaneggiamenti tali che hanno alterato profondamente le antiche caratteristiche architettoniche, stilistiche e volumetriche dell’impianto primitivo. Già all'inizio del secolo XIII la chiesa viene restaurata e forse ampliata, come risulta dall’epigrafe del 1224 incisa sull’ architrave della porta principale; la riconsacra il vescovo Richerio Risandro di Molfetta. Non è dubbio che a tale periodo debba risalire la costruzione del campanile, esterno e a ridosso del prospetto meridionale. Demolita nel 1230 per ordine dell'imperatore Federico II , fu ricostruita verso la fine del secolo XIII. A tale periodo se non all’inizio del secolo successivo probabilmente risale la trasformazione a croce    latina , la traslazione della facciata meridionale e la costruzione, a ridosso del campanile, del grande arco ogivale poggiante su mensole, con funzione originaria di sostegno delle coperture del braccio destro del transetto ; l’ arco venne successivamente murato per eliminare la spinta sulla facciata, sopraelevata nella ricostruzione seicentesca con l'inserimento di un finestrone che appare notevolmente fuori centro rispetto all’asse. Approfondimento Un saggio di scavo eseguito alla base dell’ arco ha portato alla luce il basamento del campanile che, dal prospetto sulla strada volge senza interruzione all’interno del transetto . La continuità di detto basamento, la netta separazione tra la facciata e il campanile, il paramento murario con irregolarità di montaggio dei conci, in gran parte di risulta, e la mancata assialità portale - rosone confermano l'ipotesi della traslazione della facciata romanica. La facciata meridionale, da cui si accede al transetto , rappresenta l’elemento artisticamente più valido di tutto l’esterno. Il portale , architravato e con lunetta , è sormontato da un arco a tutto sesto contornato da archivolto aggettante, decorato da una doppia fila di foglie di acanto ed impostato su due leoni. E’ proprio tale archivolto che presenta elementi decorativi interessanti, al punto da renderlo simile a quello del distrutto Palazzo di Federico   II a Foggia, datato al 1223, opera del protomagister Bartolomeo, autore anche della maggior parte delle sculture ornamentali della facciata della cattedrale foggiana. Sopra il portale il piccolo rosone, ora liberato, decorato a dentelli alternati e sormontato da un archivolto retto da due colonnine poggianti su due leoni, ricorda nello stile quello della facciata della cattedrale di Bovino. La datazione del portale e del rosone potrebbe essere quella indicata sull’architrave della porta principale (1224). L'aspetto attuale risale al riassetto compiuto dopo il terremoto del 1627, durante il quale crollarono la parte superiore del campanile, quasi completamente il tetto e a nord i due muri perimetrali verso il cimitero parrocchiale. La ricostruzione Verso il 1640 erano completati i lavori di ricostruzione della chiesa e già nel 1651 venivano intrapresi quelli del campanile. La chiesa, che ricalca l’impianto originario limitatamente alla navata principale, assume l’aspetto attuale con l’inserimento di pilastri all’interno, addossati alle murature perimetrali che vengono irrobustite ed innalzate sino al livello delle attuali coperture. All’incrocio con il transetto , quattro pilastri d’angolo sormontati da arconi definiscono formalmente, con la nave trasversa e il coro, il nuovo impianto. L’ampliamento verticale appare evidente anche all’esterno, sui prospetti, in particolare su quello principale, ove nel vasto paramento della facciata secentesca, si profila, per il differente apparato murario in conci di pietra, il prospetto dell’impianto primitivo a tre navate. Nel 1685 si provvede alla costruzione dell’organo eseguito da Jacinto Jacobone di Vico, ed alla pavimentazione della «prima nave della chiesa, avanti all’altare maggiore» (Archivio Capitolare 1580-1935); nel 1717 vengono realizzati il fonte battesimale e la decorazione dell’attigua cappella. I lavori e gli impegni di spesa si susseguono con continuità negli anni successivi: nel 1758 il maestro Romolo Baraita di Avellino inizio ai lavori di costruzione del controsoffitto e della «soffitta a cielo di carrozza» all’incrocio della navata con il transetto , nonché a quelli relativi al coro ligneo Nel 1772 viene realizzata la copertura ‘a lamia’ della zona cimiteriale, a ridosso del braccio nord del transetto , con sistemazione di tale spazio a sagrestia. Dalle sepolture di tale zona provenivano i numerosi resti ossei, riposti nei due sepolcreti rinvenuti durante i lavori a ridosso della facciata principale e svuotati per operare il consolidamento delle murature di fondazione. Nel 1858 ulteriori lavori di sistemazione e restauro, diretti dall’architetto D. Angiolitto, vengono eseguiti al controsoffitto, con tinteggiatura delle pareti, che ricopre la decorazione settecentesca, le cui tracce sono affiorate in parte nella navata. Parte del controsoffitto, limitatamente al presbiterio, viene rifatta nel 1902, contemporaneamente ad altri lavori alle coperture del transetto, diretti dall’ingegnere Alfredo Bugamelli, con la chiusura a gesso di varie lesioni createsi nelle murature ed il rifacimento della pavimentazione con mattoni di cemento.
(foto Biccari)
Ricostruzione di alcune fasi della storia della chiesa di San Severino nei disegni forniti da Giovanni Di Capua
IL RESTAURO DELLA CHIESA DI SAN SEVERINO
sanseveropuntoit, 14 luglio 2025