DESCRIZIONE ARCHITETTONICA
IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
ESTERNI Percorrendo Via Soccorso, provenienti da Via Daunia, si apre lo slargo di Piazza della Cattedrale, sulla cui destra si erge la chiesa di Santa Maria Assunta, Cattedrale di San Severo. La facciata, composta da due ordini, presenta il portale tra due colonne sormontate da capitelli ornati da grandi foglie di acanto ripiegate verso il basso. Al di sopra del portale , poggiante su una cornice multipla   risaltata, che sovrasta e comprende le sporgenze dei capitelli , vi è una decorazione composta da due grandi volute centrali contrapposte, terminanti in un motivo fitomorfo . Al centro è lo stemma vescovile. Ai lati del portale sono i due ingressi secondari, costituiti ciascuno da una porta di dimensioni minori, sormontata da una mensola sostenuta da un motivo a ricciolo, al di sopra della quale vi è una finestrina rettangolare dalla cornice multipla . I lati della facciata terminano in due pilastri sormontati da capitelli decorati con motivi fitomorfi , sostenenti un motivo a ricciolo con girali composite centrali. L’ordine superiore è interamente imperniato sul grande rosone centrale finestrato, racchiuso in una elaborata cornice multipla costituita da foglie di vite, da foglioline di acanto , affiancato dai riquadri incorniciati che ripetono la scansione a tre dell’ordine inferiore. Confronto La composizione generale dell’ordine superiore ripete quella adottata nella facciata del Duomo di Ascoli Satriano, dove il rosone centrale ne condiziona l’intera superficie. I due corpi laterali dell’ordine inferiore, coronati da una balaustra a colonnine, vengono raccordati al corpo centrale dell’ordine superiore mediante un diaframma decorato costituito da un grosso ricciolo ripiegato che attenua lo stacco visivo dovuto alla differenza di dimensioni dei due ordini, evitando in tal modo la creazione di un angolo retto. L’effetto così ottenuto è uno slancio visivo ascensionale della facciata culminante con il rosone centrale e con la sovrastante balaustrata a colonnine con la croce in metallo. Tale espediente architettonico, costituito da un cordolo a ricciolo che, riprendendolo, incornicia il motivo decorativo fitomorfo già utilizzato in altre parti della facciata, è caratteristico delle facciate delle chiese barocche. Confronto Vari sono i confronti con composizioni architettoniche della Roma barocca , quali le volute d’innesto tra la facciata e le ali dell’oratorio dei Filippini di Francesco   Borromini , terminato nel 1640, o le successive volute della facciata della chiesa di Santa Maria della Pace, realizzata da Pietro   da   Cortona nel 1656 per ordine di papa Alessandro   VII . La voluta della chiesa romana è costituita da una cornice multipla liscia, terminante superiormente con una cornice ad angolo retto e inferiormente con un festone di fiori e frutta. Troviamo ancora le volute a festone intrecciato di foglie nella chiesa di Santa Maria in Campitelli, progettata da Carlo Rainaldi tra il 1662 e il 1667. Tali volute possono arrivare a soluzioni ancora più diversificate come quelle terminanti in una statua di telamone della chiesa romana di Sant’Antonio dei Portoghesi o quelle terminanti in una cariatide della chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio a Fontana di Trevi, progettate da Martino   Longhi il Giovane intorno alla metà del XVII secolo, fino a Sant’Andrea della Valle, realizzata da Carlo Rainaldi fra il 1655 e il 1665, dove l’unica voluta , quella di sinistra, si trasforma nella statua di un angelo con un’ala alzata. La tessitura della greca composta da foglie e da girali divide le singole parti della facciata e al tempo stesso riesce a renderle un insieme armonico sottolineandone la regolarità delle proporzioni. Risulta così facile riscontrare nella chiesa sanseverese dell’Assunta gli elementi tipici delle facciate delle chiese barocche, quali i due ordini di diversa ampiezza raccordati da volute , la tripartizione verticale, mentre ancora risulta assente l’avanzamento volumetrico centrale. Approfondimento Le volute laterali di raccordo fra primo e secondo ordine costituiscono il “fil rouge” delle chiese barocche gesuitiche, soprattutto del XVII secolo, che ripetono il modello manieristico tipizzato nella facciata della chiesa di Gesù a Roma, realizzata da Giacomo della Porta nel 1575, ma riconducibile all’invenzione del padre gesuita Valeriani, arrivando ad esportalo in America Latina. Così strutturata, la facciata svolge un funzione di diaframma fra l’osmosi stabilitasi tra lo spazio esterno urbano e lo spazio interno della struttura. Il grande portale e l’imponente rosone centrale richiamano l’attenzione all’interno della chiesa, mentre la spinta verso l’esterno viene operata dall’alternarsi degli elementi emergenti, quali colonne, lesene , cornici e riquadrature . Tali emergenze e profondità restano ancora relegate nell’immaginazione spaziale, mancando del pieno valore di plasticità. La facciata è così perfettamente liscia, piatta, scandita dalle sporgenze delle colonne, dei pilastri, delle lesene e delle cornici e ripartita dalle riquadrature incorniciate. Confronto La facciata della chiesa dell’Ospedale di San Gallicano a Roma, realizzata da Filippo Raguzzini nel 1725, riesce a mostrare l’armonico rapporto tra le pareti inornate riquadrate e i pilastri sporgenti aggiungendo quella estroflessione mancante però nella chiesa dell’Assunta. La partitura delle superfici in ampie specchiature incorniciate, le cartelle ”, risulta, ad esempio, comune con la cattedrale di Foggia, nella cui facciata la parte superiore presenta un finestrone barocco circondato dalle cartelle facenti parte della risistemazione del XVII secolo, comuni con la chiesa di San Domenico a Manfredonia, dove la facciata, che conserva il portale ogivale sostenuto da due leoni risalente alla fine del XIII secolo, mostra l’intera superficie suddivisa in cartelle di colore diverso da quello del fondo; esse costituiscono uno degli elementi caratterizzanti il barocco meridionale, in particolare quello napoletano, presenti, ad esempio, nella chiesa di San Giuseppe Scalzi a Napoli, realizzata da Cosimo    Fanzago , uno dei protagonisti dell’architettura seicentesca napoletana, intorno alla metà del XVII secolo; qui le cartelle scandiscono la superficie inserendosi tra gli elementi fissi della facciata, quali finestre, occhi, nicchie, e seguendone l’andamento, mediante le cornici mistilinee , da quadrangolari arrivano ad evolversi in poligoni Della chiesa medievale rimangono alcune finestre ogivali , murate, sul lato sinistro ad un livello inferiore ai finestroni, che attualmente danno luce alla navata centrale.
(foto Biccari) (foto Tota) (foto Tota) (foto Tota) (foto Tota) (foto Biccari) (foto Biccari) (foto Tota) (foto Tota) (foto Tota)
sanseveropuntoit, 14 luglio 2025