SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DEL SOCCORSO
DESCRIZIONE ARCHITETTONICA
ESTERNI L’isolato della chiesa sorge fra le centralissime Via Soccorso e Via dei Quaranta, fra i laterali vicolo Vaglio e Via De Girolamo, con ingresso in Via Soccorso. La facciata, dalla suddivisione in due ordini e la tripartizione verticale caratteristiche dell’arte sacra di epoca barocca , presenta il portale centrale, dall’ampia cornice inornata, sormontato dallo stemma con l’immagine della Madonna con il Bambino in braccio, entrambi recanti mazzi di spighe e di fiori nelle mani. La cornice dello stemma, costituita dalle ampie volute laterali, dalla conchiglia inferiore e dal fregio interno mistilineo , riprende lo stile diffuso a San Severo, comune all’architettura religiosa e civile nel XVIII secolo, influenzato dalla presenza del celebre architetto napoletano Astarita o Astarite . Le lesene che affiancano il portale sono sormontate da ricchi capitelli con volute che si raccordano alla superficie della facciata mediante analoghe volute che sporgono plasticamente. I corpi laterali sono caratterizzati dalla flessione interna delle pareti al fine di ottenere un movimento ondulato interessante l’intera superficie della facciata, concavo laterale e a diaframma lineare centrale. Confronto Tale movimento ondulato ha visto la sua evoluzione a Roma nel corso del XVII secolo, dalla chiesa di Santa Susanna di Carlo   Maderno (1612) a quella di San Carlo alle Quattro Fontane di Francesco    Borromini (1667). Le parti laterali, sottolineate da una cornice mistilinea che forma ampie specchiature , recano le lapidi in ricordo della incoronazione della Madonna a Patrona della città, avvenuta l’8 maggio 1937, sulla parete di sinistra, e della elezione della chiesa a Santuario Mariano decretata nel 1957, sulla parete di destra. Entrambe le lapidi presentano una ricca cornice sormontata da una grande conchiglia, al di sotto della quale sono stati ricavati a rilievo motivi decorativi composti da girali e motivi fitomorfi misti. Particolare è la soluzione architettonica che determina e chiude gli angoli della facciata, costituiti da una semicolonna liscia, inserita all’interno dello spazio formato dalle lesene poste d’angolo, sormontata da un’elaborata cornice a segmenti paralleli orizzontali. Confronto Tale soluzione d’angolo riprende, ad esempio, quella interessante il portale del Convento dei Chierici Minori in Via del Lavatore, a Roma, realizzato da Melchiorre Passalacqua intorno agli anni Settanta del XVII secolo, dove l’angolo formato dalla cornice del portale impostata sulla superficie della facciata viene riempito da lunghe mensole cilindriche che si prolungano in stipiti concavi. L’ordine superiore del Santuario Mariano sanseverese ripete la tripartizione verticale di quello inferiore, le ampie specchiature delle pareti e l’ondulazione della superficie ottenuta mediante le rientranze laterali. Di altezza minore, la superficie è unicamente scandita dalle lesene inornate a rilievo, prive dei capitelli , dalle specchiature delle concavità laterali, dai nudi angoli terminali. La parte centrale, superiore al portale , comprende un ampio finestrone di forma irregolare, con arco superiore e lati leggermente strombati nella parte inferiore. Tale innovazione compositiva ricorda gli esperimenti formali interessanti le finestre delle due facciate della chiesa di San Severino, realizzati nella prima metà del XVII secolo. Nella nicchia di sinistra, incorniciata da girali inferiori e da una coppia di volute contrapposte terminanti in motivi floreali, è inserita la statua di Sant’Agostino , in atto benedicente, vestito dei paramenti episcopali, e nella nicchia di destra quella di San   Isidoro Agricolo, vissuto in Spagna nel XIII secolo, con vestiti alla foggia del suo tempo, entrambe realizzate dai fratelli Pietro e Gregorio Palmieri intorno al 1780. Il timpano che conclude superiormente la facciata è impostato sulla cornice risaltata dell’ordine superiore e presenta una finestra di forma circolare dalla pesante cornice . Le cuspidi , che si dipartono dai vasi di coronamento angolari, seguono l’andamento della cornice , composta da un gioco di sporgenze e di rientranze culminante in due volute contrapposte, dalle quali si erge il vertice sostenente la base polilobata della croce. Confronto Riguardo questa soluzione decorativa, nel suo complesso, si ravvisano i precedenti nelle facciate delle chiese sanseveresi del Carmine, già Santa Croce al Mercato, del 1743, dove la decorazione risulta calligrafica e la sovradimensione dei singoli elementi domina l’insieme compositivo, e dei Padri Celestini, già della Santissima Trinità, datata al primo ventennio del XVIII secolo, dove la cornice mistilinea , di dimensioni imponenti, riesce a sorreggere interamente le volute , caratterizzate da una forte esuberanza volumetrica, e i terminali decorativi angolari del coronamento .
IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
(foto Tota) (foto Tota) (foto Tota) (foto Tota) (foto Tota) (foto Tota) (foto Tota) (foto Tota) (foto Tota)
sanseveropuntoit, 14 luglio 2025