IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
sanseveropuntoit, 5 novembre 2025
TIPOLOGIA DEL PALAZZO SIGNORILE NEL SEI-SETTECENTO
La “ricostruzione” dalla seconda metà del 1600 Per riallacciare i rapporti, un tempo garantiti dal dinamico sistema urbano, tra i vari complessi architettonici settecenteschi, occorre risalire alla seconda metà del Seicento e al successivo fervido periodo di attività edilizia, chiaramente legata all’incremento demografico registrabile intorno alla metà del Settecento, documentata dalle nuove costruzioni, dapprima nello ambito dell’antico tessuto urbano e poi “extra moenia” e precisamente, da un lato, .verso il “Rosario” cioè all’esterno della Porta Castello, dove c’era la Chiesa della Madonna del Rosario (ora Chiesa e Parrocchia della Madonna della Libera e di San Sebastiano); dall’altro lato, verso il Convento dei Cappuccini e della Chiesa di Maria SS. delle Grazie. Approfondimento Sia dal Tito che da un manoscritto della parrocchia di San Nicola di Antonio    Irmici , si legge Che dopo il 1750, essendo molto aumentata la popolazione della Città e volendo i cittadini fabbricar case fuori l’antica cerchia delle mura; il Clero di S.Giovanni Battista concedette in enfiteusi molto spazio di suolo fuori la Porta di S.Nicola e moltissimo fuori la Porta Castello; il Clero di S.Nicola molto spazio di suolo tanto sul proprio territorio parrocchiale, quanto su quello della Cattedrale ”. Dal primo libro dello stato delle anime della Parrocchia di San Severino, disponibile nell’archivio parrocchiale e datato 1758, si legge, inoltre, di numerose “caselle” nuove verso le Grazie e in Vico Borgonuovo. La ricostruzione dopo il terremoto del 1627 dovette rispettare quasi del tutto l’assetto urbanistico della città, costituito da un nucleo a forma ellittica con varie strade, circondato da mura e torri con diverse porte. Si costruì cioè sulle rovine senza invadere aree nuove. Approfondimento Ciò trova conferma nei sondaggi compiuti in occasione di alcuni lavori di scavo nelle strade della città per dotare San Severo di servizi (energia elettrica, acqua potabile, fogna, ecc.) e la realizzazione di una trincea avente lo scopo di drenare ed abbassare la falda esistente nel sottosuolo ed evitare il periodico allagamento delle cantine e degli scantinati e dal fatto che mai sono venuti alla luce dei resti che facessero pensare a fondamenta di edifici costruiti nel passato e non più riedificati. Alla riedificazione della città contribuirono sia il Principe Gianfrancesco di Sangro che il Viceré D.Antonio Alvarez di Toledo che, avendo assunto come Cancelliere del Regno e presidente della Real Camera il sanseverese Francesco   Merlino   Pignatelli , esonerò i cittadini per dieci anni dai tributi e comandò dilazioni per i debiti contratti prima del terremoto. La ricostruzione fu possibile anche per il cospicuo raccolto del 1629. Considerando comunque il grande sforzo finanziario necessario per superare il problema della riedificazione delle residenze private, è facile pensare che i più favoriti in questa situazione furono i nuclei familiari di possidenti di terre che disponevano della risorse economiche necessarie per costruire o restaurare le proprie abitazioni, e che quindi poterono tornare a dominare con la loro presenza i punti di più intensa attività urbana.
Indice: L’assetto urbanistico prima del terremoto del 1627 La “ricostruzione” dalla seconda metà del 1600 Tipologia del palazzo signorile Le maestranze
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