sanseveropuntoit, 15 novembre 2025
C’è DEL MARCIO A SAN SEVERO
C’è DEL MARCIO A SAN SEVERO
C’è DEL MARCIO A SAN SEVERO
C’è DEL MARCIO A SAN SEVERO
C’è DEL MARCIO A SAN SEVERO
C’è DEL MARCIO A SAN SEVERO
C’è DEL MARCIO A SAN SEVERO
C’è DEL MARCIO A SAN SEVERO
A S.E.R.
Monsignore Giuseppe Mengoli
Vescovo della Diocesi di San Severo
segreteria@diocesisansevero.it
diocesisansevero@pec.it
Reverendo Monsignore,
ho
letto
con
molto
ritardo
ma,
le
assicuro,
con
la
massima
attenzione
l’articolo
di
Avvenire
del
17
agosto
2024
col
titolo
“«San
Severo
è
nel
terrore».
Cosa
c'è
dietro
la
dura
denuncia
del
vescovo”
nel
quale
sono
riportate
le
parole
da
Lei
usate
intervenendo
sulla
illegalità
presente
a
San
Severo dove lo stato di diritto sembra del tutto scomparso.
Sono
una
di
quelle
persone
che,
come
Lei
dice,
è
stato
costretto
a
scappare
da
questa
“città”
perché
“nell’arco
di
poche
ore”
ho
visto
andare
in
fumo
anni
di
lavoro
spesi
a
dar
lustro
a
questo
paese
nel
corso
della
mia
attività
di
dipendente
comunale
e
nell’ultima
funzione
rivestita
di
responsabile
dell’Ufficio
Relazioni
con
il
pubblico,
venendone
ripagato
con
una
grave
e
premeditata
azione
criminale
-
posta
in
atto
dall’Amministrazione
comunale
e
attuata
da
una
combutta
di
funzionari
servili
e
coatti
che,
per
la
bisogna,
si
sono
serviti
di
due
medici
spergiuri
-
per
la
quale
sono,
dopo
ventitré
anni,
ancora in attesa di giustizia.
A
quel
tempo
ne
feci
denuncia
anche
alla
Curia
che,
diversamente
da
quanto
da
Lei
ora
sostenuto,
si
rese
omertosa
nel
“restare
a
guardare”
e
col
“girarsi
dall’altra
parte,
facendo
finta
di
nulla”;
esattamente
alla
pari
di
quanto
fece
allora l’Arma dei Carabinieri e la Procura di Foggia.
In
quella
denuncia
del
30
giugno
2001,
inviata
al
vescovo
di
allora,
Mons.
Michele
Seccia,
era
incluso,
al
punto
1.10
delle
considerazioni
finali,
il
seguente paragrafo:
1.10.
La
presente
è
trasmessa
anche
al
Vescovo
della
Diocesi
di
San
Severo
perché
prenda
atto
del
degrado
della
società
civile
di
questa
Città
e
della
acquiescenza,
condivisione
e
assuefazione
dei
suoi
cittadini
alla
illegalità,
ai
soprusi
e
alle
ingiustizie,
segno
di
una
immoralità
assurta
a
valore
anche
tra
i
cattolici
sanseveresi
che,
come
un
gregge
allo
sbando,
non
ha
più
riferimenti
e
ideali,
e
perché
i
diritti
della
persona
umana
siano
rivendicati
e
tutelati
almeno
sul
piano
etico
dalla
Cattedra
Episcopale
e
ne
venga stigmatizzata la loro violazione.
*
Né
miglior
sorte
ebbe
una
successiva
lettera
del
19
settembre
2001
che,
sempre inviata alla Curia, mi limito a trametterLe in allegato.
(2001.09.19_Lettera Vescovo.pdf)
La lettera al Vescovo
di San Severo
segue…
*
grassetto assente nell’originale
Philip Glass (1937)
Violin Concert n. 1, 1