3 febbraio 2019
A MARGINE DELLA CONVENTION PD
Oggi
ho
ascoltato
su
Radio
Radicale
la
“Convention”
del
Pd,
acronimo
del
Partito
Democratico,
tenutasi
all’hotel
Ergife
di
Roma
e
terminata
alle
ore
16
e
quattro
minuti con la puntualità che solo una radio radicale riesce a registrare.
Mentre,
al
fin
della
diretta,
il
collegamento
termina
con
la
citazione
del
titolo
di
Repubblica.it
che
Zingaretti
vuole
“voltare
pagina”
e
Martina
vuole
“votare
mozione
di
sfiducia”,
aggiungendo
che
nessun
commento
traspare
sulla
pagina
Web
del
Corriere
della
Sera
e
della
Stampa.it,
sulla
“novità”
ho
spento
la
radio
per
non
ascoltare
che
c’è
uno
“Scontro
sulla
TAV
nel
Governo”
e
per
scrivere,
forte
degli
arraffazzonati
appunti
che,
solo
dopo
aver
ascoltato
gli
interventi
di
Giachetti
e
di
Martina,
mi
sono
deciso
a
prendere
sul
mio
quadernetto,
dell’argomento
che
sta a cuore degli italiani: La convention Pdiessina.
Che
Giachetti
riscuota
le
mie
simpatie
non
ho
difficoltà
a
dichiararlo
e,
se
mi
trovassi
a
ad
essere
seguace
di
questa
conformazione
politica
in
un
mondo
parallelo, non avrei difficoltà a scegliere lui come un auspicabile segretario.
Non
ho
appunti
sul
suo
discorso,
ascoltato
mentre
era
già
in
corso
per
cui,
per
essere
quello
che
ha
meno
riscontri
di
aderenze,
mi
basti
la
mia
“empatia”
per
ritenere
buone
le
sue
affermazioni
e
il
suo
programma
o,
quantomeno,
le
sue
intenzioni, per quanto potrebbero trovare spazio solo in un mondo quantistico.
Ricordo,
al
momento,
soltanto
una
sua
affermazione,
che
cito
a
memoria,
sul
fatto
che
un
“congresso”
(termine
abusatamente
usato
da
più
oratori
per
definire
questa
“Convention”
volta
a
dare
evidenza
alla
sua
presunta
esistenza
in
vita)
è
basato
sulle
divergente
e
le
contrapposizioni,
in
quanto,
a
suo
dire,
si
può
parlare
di
unità
solo
dopo
che
una
nuova
segreteria
sia
stata
eletta,
e
nel
ricordo
del
suo
digiuno
che,
solo,
avrebbe
reso
possibile
la
indizione
di
un
congresso,
altrimenti
destinato
a
tenersi dopo le prossime elezioni.
Ma, l’ho detto: è troppo simpatico il personaggio per essergli contro!
Ha
parlato,
di
poi,
Martina,
il
quale
ha
fatto
un
discorso
che
non
ho
tema
di
definire
del
tutto
retorico
e
volto
unicamente
alla
ricerca
di
applausi
da
parte
di
un
pubblico
che
gliene
ha
dati
molti
di
più
di
quanti
ne
meritasse
visto
che
si
è
limitato
a
fare
un
discorso
improntato,
con
affermazioni
brevi
e
sostanzialmente
tendenziose
al
plauso,
all’elenco
delle
cose
che
a
lui
dispiacciono
senza
dar
conto
che
il
mio
elenco,
come
quello
di
altri
elettori,
sarebbe
ben
più
lungo
e,
certamente,
meglio argomentato.
Su
Zingaretti
-
il
terzo
oratore
con
il
46
percento
e
oltre
di
consensi
che
lo
rendono
il
più
accreditato
vincitore
alla
carica
del
nuovo
partito
risorgente
dalle
ceneri
irrisolte
della
conduzione
dell’invitato
di
pietra,
al
momento
in
apnea
profonda
-
avrei,
sulla
base
dei
miei
indecifrabili
appunti,
da
osservare
che
si
è
dimostrato
il
più
inconsistente
democristiano
e
populista
che
tale
partito
riesce
a
fornire
al
momento
per
la
sua
eccellenza
nel
rappresentarlo
in
tutta
la
sua
inutilità
tanto
che
gli
bastava
alzare
la
voce
(ricordate
Bersani?)
per
ottenere
scroscianti
applausi,
specie quando, contro i 5 stelle, ha orgogliosamente enunciato “Non lo farò mai”.
Traggo
dai
miei
appunti
la
sua
determinazione,
per
quanto
non
ne
abbia
dato
alcun
segno,
a
“
mettere
in
campo
una
nuova
proposta
”
con
la
facile
accusa
ai
Salviniani
di
“
odio
come
radici
profonde
in
questo
paese
”
e
della
sua
ambizione
a
un
“
nuovo
patto
per
lo
sviluppo
”
per
mettere
in
campo
“
una
nuova
proposta
”
confermando,
udite,
udite,
che
vuole
mettere
“
prima
le
persone
”
e
che
vuole
“
rifondare
l’Europa
”,
“
ascoltando
le
differenze
”
per
creare
un
“
nuovo
PD
”
per
“
aiutare
a
cambiare pagina e rivolgersi al futuro
”.
E’
facile
prevedere,
dopo
averlo
ascoltato,
che
sarà
“Lui”,
dopo
un
tale
discorso
del
tutto
inconsistente,
a
fungere
da
nuovo
segretario
di
questo
partito
defunto,
ormai, a sua insaputa.
Alla
fine,
allo
sgocciolare
dei
minuti
che
gli
organizzatori
si
erano
prefissati
per
lasciare
a
“
liberi
”
interventi
la
possibilità
di
esprimere,
nel
tassativo
arco
di
soli
3
minuti
,
le
loro
opinioni
a
sostegno
delle
posizioni
in
concorrenza,
ho
dovuto
ascoltare
un
inconsistente
Calenda
al
quale
è
stato
concesso,
altrimenti
e
senza
che
alcuno
lo
richiamasse,
tutto
il
tempo
per
dire,
senza
costrutto
prospettico
e
senza
alcuna
rilevanza,
le
proprie
personali
“cazzate”
per
oltre
dieci
minuti
in
virtù,
evidentemente,
della
considerazione
in
cui
è
tenuto,
a
differenza
degli
altri
che
lo
avevano
preceduto
e
seguito,
dopo
l’invito
ai
futuri
iscritti,
per
l’esigenza
di
restare
nei
tempi,
a
parlare
nel
limite
loro
concesso
se
non,
addirittura,
a
rinunciarvi
quale
dimostrazione
di
quanto
sia
democratico
questo
partito
che
si
fregia
di
quell’aggettivo.
Non
per
questo
mi
è
stato
impedito
di
ascoltare
un
delegato
pugliese
-
di
cui
non
ho
avuto
la
possibilità
di
appuntare,
ahimé,
il
nome
-
il
quale
ha
avuto
l’ardire
di
fare
riferimento
al
Levantino
di
Puglia
e
riconosciuto
e
rinomato
ipocrita,
tale
Michele
Emiliano
,
governatore
del
Gran
Sultanato
di
Bari,
fraudolento
assertore
della
difesa
dei
diritti
degli
“
ultimi
”
di
cui
si
è
fatto
millantatore
e
omertoso
rinnegato
,
per
essersi,
il
desso,
reso
responsabile
di
aver
sostenuto
liste
elettorali
di
Forza
Italia
in
diversi
comuni
pugliesi,
dimostrando
la
sua
“
sesquipedale
inadeguatezza
” farcita dalla sua capacità di “
dire tutto e il contrario di tutto
”.
Da
Zingaretti
a
Emiliano
il
passo
è
tanto
breve
da
ritenersi
facile
profezia
la
inesorabile
sorte
di
questo
mal
aggettivato
partito
che,
al
pari
del
suo
trisavolo
del
1921,
ha
reso
possibile,
e
senza
rimorsi,
la
consegna
di
questo
“bel
paese”
alla
destra di turno.
Sanseveropuntoit, 3 febbraio 2019
Michele Emiliano forever
Non
posso
evitare
di
riportare
una
mia
noterella
che
ebbi
occasione
di
scrivere
dopo
aver
ascoltato
la
trasmissione
in
diretta
su
Radio
Radicale
della
CONVENTION del PARTITO DEMOCRATICO del 3 febbraio 2019.
Non
che
tale
raduno
meritasse
la
mia
attenzione
più
di
tanto
ma,
non
di
meno
e
tuttavia,
come
è
diventata
mia
abitudine
da
qualche
tempo,
incominciai
a
prendere
stancamente
degli
appunti
quando,
appena
sintonizzato
a
riunione
già
iniziata,
mi
resi
conto,
dalla
voce,
che
Giachetti,
per
il
quale
ho
sempre
nutrito
simpatia, stava terminando il suo intervento.
Nulla
di
particolarmente
interessante
e
neppure
negli
interventi
successivi
se
non
fosse
stata
la
citazione
di
Michele
Emiliano
,
il
presidente
del
Gran
Sultanato
di
Bari,
fatta
da
un
oscuro
delegato
che
ce
l’aveva
particolarmente
con
questo
muto
sepolcro imbiancato
e acclarato Gran Ipocrita di Puglia.
L’occasione
di
poter
dare
eco
a
questo
giudizio
spietato
nei
confronti
di
tal
personaggio,
già
magistrato
e
“rodato”
politicante
,
mi
dette
stimolo
a
riportarlo
“in
auge”
sul
mio
sito
scrivendo
la
seguente
noterella
che,
chiaramente,
gli
inviai
per
conoscenza
con
posta
certificata.
Non
perché,
ormai
assuefatto
al
silenzio
e
all’omertà
di
cui
mi
ha
dato
prova,
mi
attendessi
risposta
ma
per
l’occasione
offertami
di
porre
ancora
una
volta
alla
berlina
questa
deludente
simulazione
di
politico.
Ebbi,
tra
l’altro,
occasione
di
pubblicare
questa
mia
nota
su
Termometro
politico dove è ancora presente alla seguente pagina.
(https://forum.termometropolitico.it/772071-margine-della-convention-pd.html)
Giovannantonio@aruba.it
Giovannantonio Macchiarola
ILLUSIONI PERDUTE
sanseveropuntoit, 12 maggio 2019