IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
I Quartieri, o rioni La città di San Severo è tradizionalmente suddivisa in quartieri, o rioni, i cui toponimi, ancora presenti nella memoria, si sono formati nel corso dei secoli e le cui delimitazioni non possono che essere approssimative. Quartiere del Montenero Prende nome dal vico omonimo ed è limitato da Piazza Nicola Tondi, Via Matteo Tondi, Via Daunia e Via Recca. Quartiere degli Ebrei Così denominato da Vico Ebrei, è limitato dalle Vie Daunia, Alessandro Minuziano, Sant’Antonio Abate e Roma. Quartiere Porta Foggia Dall'antica omonima porta: comprende tutti i caseggiati, che si trovano nei pressi di Vico Porta Foggia e lungo la direttrice per Foggia. Quartiere della Stazione Dalla vicina Stazione Ferroviaria, abbraccia tutti i caseggiati che si trovano nelle vicinanze di detta Stazione e del Viale Matteotti. Quartiere di Porta San Marco Andato in disuso il toponimo di Porta San Nicola, incominciò a prevalete quello di Porta San Marco. Comprende i caseggiati che stanno nelle vicinanze dell'antica Porta e di Via Zannotti. Quartiere di San Bernardino Prende nome dall'antico convento omonimo e comprende tutti i caseggiati esistenti nelle adiacenze del Viale San Bernardino. Una parte di questo quartiere si chiamava "Salanitro ". Quartiere delle Grazie Deriva dall'omonima chiesa. Comprende tutta la parte nord della città tra le Vie Teresa Masselli, Bezzecca, Quarto, De Cesare, Tiberio Solis e Leuzzi. Quartiere Borgo casale Prende nome dall'omonima via ed è racchiuso da Corso Garibaldi, Piazza Allegato, Corso Gramsci, Piazza San Francesco e Via Matteo Fraccacreta. Quartiere del Rosario Deriva il nome dalla presenza della chiesa della Libera si chiamava anche del Rosario. Comprende tutta la parte occidentale della città tra Via Magenta e Via Tolomeo. Quartiere del Sentierone Prende nome da un lungo "sentiero" o stradone, che un tempo attraversava la zona e abbraccia tutte le case site tra le vie Tolomeo, Mucci, Tasso e Matteo Tondi. Quartiere Porta Lucera Deriva dall'omonima antica porta ed è chiuso dalle Vie Tasso, Belmonte, Corso Duca d'Aosta e Via Micca. Quartiere Croce Santa Dall'omonima chiesa; è circoscritto dalle Vie Andria, Belmonte, Mucci, Mazzini, nonché i fabbricati siti oltre la predetta chiesa. Caratteristico per il costume di vita degli abitanti, quasi del tutto diverso da quello degli altri rioni, fu il quartiere delle Grazie, abitato in gran parte da facoltosi agricoltori e " massari ". Costoro, che avevano consuetudini di vita e un gergo tutto proprio, venivano chiamati "catacubbi" , parola, questa, di oscuro significato, per cui la zona si chiamò "quartiere dei catacubbi". Possedevano dei palazzi o quartini di casa composti di vani a pianterreno e al primo piano. Le case al primo piano erano riccamente mobiliate, con le volte dipinte dai più noti e valenti pittori sanseveresi dell'epoca e negli sfarzosi salotti non mancava il pianoforte, che naturalmente serviva più come ornamento. I vani a pianterreno erano, invece, adibiti a cantina, a depositi degli attrezzi agricoli e a stalle e queste famiglie, in gran parte, erano solite passare la giornata in uno di questi e qui cucinavano, mangiavano e s'intrattenevano sino a tarda sera, sicché i vani superiori restavano quasi sempre chiusi, ad eccezione di qualche festa familiare. Gli uomini, avari e un po' zotici, usavano portare, anche quando erano in città, gli stessi abiti di campagna, anche se più ripuliti di quelli degli operai, e lo stesso avveniva per le donne che avevano, sì, secondo la moda di allora, abiti di seta e di broccato, sfarzosi ed eleganti; cappelli con piume e fiori, ori, preziose gemme e monili costosi, ma, mentre giornalmente vestivano abiti comuni e, spesso, trasandati, tale manifestazione di ricchezza e opulenza veniva usato solo nelle grandi occasioni o in qualche domenica per il consueto struscio . Approfondimento Per quanto riguarda il termine struscio , occorre tener presente che le ragazze allora uscivano raramente a passeggio e attendevano con ansia i giorni festivi. Accompagnate e sempre vigilate dai loro genitori, facevano mostra delle loro vesti, mentre le madri anche dei gioielli. I genitori erano sempre preceduti dai loro figli e la passeggiata si riduceva sul Corso Garibaldi, che allora si chiamava Via Giardino Pubblico. La passeggiata veniva chiamata "u strùsce" in quanto era, questa, l'unica occasione per gli innamorati di vedersi e anche di potersi furtivamente toccare, cioè "strusciarsi" con i gomiti.
configurazione urbana nel xix E xx SECOLO
Un caratteristico aspetto di Vico Montenero. (foto Tota) Via Roma (Foto Tota) Viale Matteotti.  (foto?) Il Corso Garibaldi in una vecchia foto che mostrerebbe come l’accesso ad alcune case avvenisse a mezzo di “scale mobili”. (Foto Lacci) Corso Gramsci. (Foto Tota)
Indice: L’OTTOCENTO I Quartieri, o rioni Le Contrade
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sanseveropuntoit, 5 novembre 2025