IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
sanseveropuntoit, 28 ottobre 2025
L’espansione urbana nel XV e XVI secolo Tra il Quattrocento e il Cinquecento si ebbe una fioritura di monasteri e di chiese. Furono costruiti i conventi di San Francesco o di Sant’Antonio, dei Celestini, di Santa Sofia (nei pressi di porta Lucera), di Santa Caterina (nei pressi di porta Foggia), di Santa Chiara sulla strada che da S. Giovanni mena a S. Francesco rovinata nel sec. XVI, e, fuori delle mura, quelli dei Padri del terzo Ordine Francescano sotto il Titolo di S. Rocco, dei Domenicani e ai primi del Seicento quello dei Cappuccini. Furono costruite le chiese di Sant’Antonio Abate, presso cui si fondò un ospedale; San Donato, Santa Maria Maddalena o Santa Maria delle Monache, San Tommaso; Santa Margherita nella Piazza Grande; SS. Trinità; Santa Caterina; Santa Maria della Pietà; San Biagio e infine Sant’Onofrio, con annesso l’ospizio per i pellegrini. In campagna, sulla strada per Foggia, c'è tuttora la chiesetta della Madonna dell’Oliveto. Nulla si può dire della struttura architettonica del Cinquecento dato che il terremoto del 1627 distrusse in gran parte San Severo. Il Lucchino ci parla di numerosi palazzi; come quelli del Principe; del Mozzagrugni, dove risiedeva il governatore; del Giannotti; degli Ortizi; del Torres; del Pazienza, dove abitava il vescovo Ventura, e del Nigri. Dopo tanto splendore e prosperità, iniziò un lungo periodo di decadenza in concomitanza con la vendita della città ai di Sangro. Da allora molte famiglie nobili, volendo vivere libere da ogni servitù feudale, si trasferirono a Lucera e a Manfredonia, nella quale città già nel XV secolo risiedevano dei nostri concittadini. Anche molti professionisti abbandonarono il paese, tanto che si dovette ad esempio, far venire un medico da altre località. Il terremoto, poi, del 1627, la peste e, tra l'altro, l’assurda politica economico- sociale del regime vicereale, basata sul principio che i lavoratori pagassero per i ricchi e gli oziosi, determinarono una stasi nelle varie attività economiche e le campagne erano abbandonate e mai coltivate. La ricostruzione del paese, dopo il terremoto, fu lenta e tardiva, dato che frequenti erano le scosse telluriche, che si ebbero sino al 1660, sicché di questo periodo nulla si può dire dello stile delle fabbriche e l’unica fonte per una descrizione della città rimane, per i primi del Seicento, il Lucchino mentre per la fine di quel secolo dobbiamo far riferimento a Fra Agostino Mattielli. STORIA-> San Severo nel 1600
Il convento dei Cappuccini all’inizio del Novecento.  (Foto Russi)
L'ESPANSIONE STORICA DELLA CITTA (DAL XII AL XVIII SECOLO)
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