IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
sanseveropuntoit, 28 ottobre 2025
Palazzi, chiese e assetto urbanistico nel Settecento
Nel
Settecento,
sebbene
il
centro
sia
tenuto
in
condizioni
di
abbandono
e
la
popolazione
sia
in
condizioni
di
grande
miseria,
si
diede
inizio
alla
costruzione
di
grandi
palazzi
per
lo
più
di
grossi
proprietari
e
massari
del
Tavoliere
di
Puglia,
venuti
dagli
Abruzzi
e
dal
Sannio,
come
i
Del
Sordo,
i
Fania,
i
Margiotta, i Ricciardelli, i Del Pozzo ed altri.
La
prima
rivelazione
artistica
nella
nostra
città
è
dovuta
ai
Padri
Celestini,
che
tra
il
Seicento
e
il
Settecento
iniziarono
la
ricostruzione
e
l’ampliamento
del
loro
monastero,
che
sarà
poi
completato
dall’abate
Giuseppe
Maria
Turco,
costruendo
quell’artistico
portone,
unico
per
bellezza
in
San
Severo,
e
la
chiesa.
A
tale
scopo
richiamarono
da
Napoli
insigni
pittori,
quali
il
Castellano
e
il
Cenatempo,
e
si
servirono
anche
di
artisti
locali,
come
il
de
Vivo
e
il
Maddalena.
Può
darsi
che
tale
attività
artistica
abbia
spinto
le
nostre
parrocchie
e
congreghe
-
per
emulazione
o
per
orgoglio
-
a
ingrandire
e
abbellire
le
loro
chiese,
invitando
pur
esse
artisti
di
altri
paesi,
come
il
d’Elia,
che
operò
nella
Cattedrale,
e
il
Menzele
in
San
Nicola
e
in
San Giovanni Battista.
Anche
le
Benedettine
vollero
ricostruire
e
ampliare
il
loro
monastero
su
progetto
dell’architetto
napoletano
Giuseppe
Astarita,
nonché
la
chiesa,
di
cui
ammiriamo
la
facciata,
artistico
lavoro
in
pietra
del sanseverese scalpellino Francesco Cervone.
L’interno
della
chiesa
fu
impreziosito
dagli
stucchi
di
Ambrogio
Piazza,
da
dipinti
e
dall’altare
maggiore
in
marmo.
Né
va
tralasciato
l'artistico
convento
di
San
Francesco
anch’esso
ampliato e ricostruito.
Si
ricostruirono
e
si
ampliarono
le
chiese
della
SS.
Trinità,
del
Carmine,
di
San
Severino,
di
Santa
Maria,
di
Sant’Antonio
Abate,
della
Pietà,
di
San
Sebastiano
(o
della
Libera),
mentre
veniva
costruita
quella
di
Santa
Lucia
(forse
nella
seconda
metà
del Seicento).
Approfondimento
La
struttura
architettonica
risponde
a
quello
stato
politico,
sociale
e
religioso
della
San
Severo
settecentesca.
Caratteristica
di
questa
tipologia
è
la
spazialità,
una
delle
espressioni
tipiche
della
cultura
urbana
barocca.
Infatti,
come
si
ricostruiscono
e
si
ampliano
alcune
chiese
e
si
fabbricano
i
vasti
monasteri
dei
Celestini,
delle
Benedettine
e
di
San
Francesco,
anche
nell'edilizia
civile
sorgono
nuove,
ampie
fabbriche
come
quelle
di
Del
Sordo,
Ricciardelli,
Fania,
Recca,
Del
Pozzo
ed
altre.
Sono
i
palazzi
della
nuova
e
ricca
borghesia
terriera,
che
dominano
sulle
casette
prettamente
popolari.
Per
l’aumentata
popolazione,
verso
la
seconda
metà
del
settecento,
s’incominciò
a
costruire
fuori
le
mura
(queste,
ormai,
dirute
in
parte
e
abbandonate
non
erano
più
che
un
ricordo
di
antiche
lotte)
lungo
le
strade
che
menano
a
Torremaggiore,
Apricena,
Foggia
e
Lucera,
dando
così
luogo
alla
formazione
di
sei
rioni:
quartiere
delle
Grazie,
detto
anche
Casale;
quartiere
di
Porta
Foggia;
quartiere
del
Guadone
e
quartiere
Carapelle
(oltre
Porta
Lucera);
quartiere del Sentierone e quello del Rosario o Belvedere.
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